IIOT e Lean (nr 4): delocalizzazione e rilocalizzazione

1 Maggio 2020

IIOT e Lean (nr 4): delocalizzazione e rilocalizzazione

A partire dagli anni ’90 la globalizzazione ha portato con sé la delocalizzazione della produzione in paesi dove la risorsa umana costa molto di meno ed il contesto è più accondiscendente verso le esigenze della produttività. Le Supply Chain si sono così estese di migliaia di chilometri.

Il miglioramento delle comunicazioni, delle infrastrutture e dei processi logistici non è bastato ad evitare un allungamento dei lead time e un allontanamento dai mercati di riferimento. Spesso il processo di delocalizzazione è stato caratterizzato da una riduzione della qualità, del livello di servizio e degli standard industriali (sicurezza, affidabilità, eticità, ambiente, etc.).

Se si fossero seguiti maggiormente i principi e gli strumenti della Lean (cliente al centro, riduzione degli sprechi, rispetto, armonia, etc.), la delocalizzazione sarebbe stata un fenomeno complessivamente più positivo ed evolutivo di quanto non sia stata.

Nei prossimi anni, grazie a IIOT, le fabbriche potranno essere connesse e digitalizzate, aprendo alla possibilità di un’automazione e robotizzazione molto maggiore. La riduzione dei costi e l’aumento della flessibilità conseguenti potranno portare alla rilocalizzazione di molte produzioni vicino ai mercati di sbocco, con una riduzione sostanziale dei lead time.

Il rischio della rilocalizzazione è che venga privilegiata eccessivamente la riduzione dei costi, ottenuta con la massimizzazione del tasso di automazione e robotizzazione, e la corrispettiva minimizzazione del numero di risorse umane impiegate.

È auspicabile che la rilocalizzazione consentita da IIOT seguirà maggiormente, e in modo sinergico, il Lean Thinking.


“Il sorriso sulla bocca di una persona è come una lanterna sulla porta di una casa: indica che c’è un’anima dentro.” (aforisma giapponese)

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